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Italia-Svizzera: un progetto multimediale per raccontare ai ragazzi 150 anni di storia comune

Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe Garibaldi e, più recentemente, anche il secondo presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi, Pietro Nenni e Palmiro Togliatti: sono soltanto alcuni degli italiani illustri che hanno vissuto a lungo in Svizzera, trovandovi un luogo ideale per sviluppare e far crescere le idee e le azioni che hanno fatto la storia del nostro Paese. Accanto ad essi, sono milioni i nostri connazionali che, in 150 anni - dall'Unità d'Italia a oggi - hanno varcato la frontiera in cerca di lavoro e di migliori prospettive di vita nella Confederazione elvetica. Il legame fra i due Paesi ha dunque origini lontane e proprio il loro rapporto è al centro del progetto didattico multimediale “Italia-Svizzera: la storia dal 1861 al 2011”, che ha come finalità quella di offrire agli studenti delle scuole superiori italiane e ai loro docenti uno strumento didattico che ripercorra e approfondisca non solo le relazioni storiche, economiche, politiche e infrastrutturali fra il Belpaese e la Confederazione, ma anche i temi inerenti la storia della migrazione e della lingua. Fa parte del progetto, avviato in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico e che proseguirà sino alla fine dell’anno 2011, la realizzazione del sito www.italiasvizzera150.it, che propone 10 interessanti schede tematiche sui principali aspetti della storia italo-svizzera dal 1861 ai nostri giorni: 'L’italiano in Svizzera', 'Gli scrittori della Svizzera italiana', 'Il federalismo', 'Scambi in tempi difficili', 'Migrazioni', 'Le relazioni economiche', 'Le vie di trasporto', 'La frontiera comune','Le Alpi', 'L’Italia vista dalla Svizzera'. Per gli studenti delle classi 3a, 4a e 5a delle scuole superiori italiane statali c'è poi la possibilità di partecipare a un concorso che premia i migliori filmati prodotti su uno degli argomenti trattati nelle schede tematiche del sito. I filmati saranno valutati da una Giuria nazionale e una Giuria popolare e agli studenti delle scuole vincitrici sarà offerto un viaggio culturale e di studio in Svizzera.

L'iniziativa - che gode dell'Alto Patronato del presidente della Repubblica Italiana e della presidente della Confederazione svizzera ed stata realizzata dall’Ambasciata di Svizzera in Italia assieme alla Direzione Generale per gli Affari Internazionali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiano (MIUR) - non intende dunque rimarcare soltanto il percorso storico degli eventi che dalla nascita dello stato italiano ad oggi hanno inciso, spesso profondamente, nella storia tra l’Italia e la Svizzera, ma anche mettere in risalto i molti elementi che accomunano ancora i due Paesi: attualmente in Svizzera lavorano infatti 500.000 italiani e il 6,5% dei quasi 8 milioni di abitanti svizzeri parla l'italiano come lingua principale. Inoltre, uno sguardo all’economia evidenzia che oggi il valore cumulativo degli investimenti svizzeri in Italia raggiunge 19 miliardi di Euro e crea 78.000 posti di lavoro. Non solo: per fare esempi in campo geografico e gastronomico, Svizzera e Italia condividono quasi il 40% della superficie complessiva delle Alpi e la cucina italiana ha conosciuto in Svizzera un tale successo che ormai da tempo non viene più neppure considerata come straniera. A questo proposito, l’ambasciatore di Svizzera Bernardino Regazzoni ha dichiarato: “Abbiamo una lunga frontiera in comune, una lingua in comune, l’italiano, una storia, ma la conoscenza reciproca fra i due Paesi non procede di pari passo con questa importante realtà ed eredità, soprattutto presso le giovani generazioni, che hanno la tendenza a fissare l’attenzione su Paesi lontani, perdendo talvolta di vista ciò che sta loro più vicino”. “Si tratta di un progetto con proposte metodologiche e didattiche interessanti, che tendono ad avvicinare la storia comune dei nostri Paesi, a rafforzare la conoscenza reciproca e ad eliminare stereotipi e luoghi comuni”, gli ha fatto eco Antonio Giunta La Spada, direttore generale Affari Internazionali del MIUR.

Presente inoltre una sezione dedicata alle testimonianze di personalità italiane e svizzere del mondo dell’imprenditoria, della cultura, dello sport come l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, che a proposito della Svizzera afferma: “Più sono costretto a girare il mondo e più l'apprezzo. Amo la sua qualità della vita, l’attaccamento ai valori sociali, il rispetto per la legge e per l’ordine. Amo soprattutto la sua disciplina, quella che nasce da persone affidabili, da gente che tiene fede alle promesse fatte. E amo l’approccio svizzero alla democrazia. Non dico che sia una società perfetta, ma penso sia il modello più vicino a quello di una società ideale”; o come la cantante lirica Cecilia Bartoli: “Curiosamente è proprio la Svizzera ad avermi mostrato come dovrebbe funzionare l’Unione Europea: le quattro lingue nazionali, le religioni, le culture, le diverse legislazioni dei Cantoni, legislazioni diverse anche da Comune a Comune. (…) In Svizzera vivo ogni giorno una tolleranza naturale e vissuta della molteplicità. Una tolleranza non soltanto verso la propria, storica molteplicità, ma anche verso le innumerevoli etnie, che via via si sono stabilite per un breve o lungo periodo nel Paese…”. Per quanto riguarda il ricordo delle origini, è interessante la testimonianza di Marco Solari, Presidente del Festival Internazionale del Film di Locarno e dell’Ente Ticinese per il Turismo: “ … uno dei fil rouge che ha sostenuto tutta la mia esistenza è stato proprio la ricerca continua dell’italianità, della curiosità verso la sua cultura, di una nostalgia (almeno in apparenza) placata per quello che avevo sempre sentito come il luogo simbolico delle mie radici, a prescindere da dove la vita mi aveva portato, riportato e poi sempre portato indietro. A casa”. A proposito della lingua, invece, o le lingue che si parlano in Svizzera, basta il ricordo della sciatrice Lara Gut: “ …La domanda più frequente che mi veniva rivolta quando ero piccola e conoscevo dei bimbi italiani in vacanza era: «ma tu parli lo svizzero?» ed io scoppiavo a ridere. Come spiegare loro delle nostre quattro lingue ufficiali, come far loro capire che anche in Svizzera si parla italiano anche se non viviamo in Italia? Siamo una piccola nazione che ha «preso in prestito» le lingue dai paesi che ci attorniano e viviamo questo plurilinguismo in modo bizzarro e prettamente svizzero”.