Oltre 260mila tonnellate di sacchetti di plastica all'anno per un totale di 380mila tonnellate di petrolio (circa 3 milioni di barili) consumate ed altre 760mila di anidride carbonica emesse nell'atmosfera. E' questa la stima della produzione delle buste di plastiche in Italia secondo alcuni dati elaborati da Legambiente-Polimerica negli ultimi anni. E ancora: nel nostro Paese si ha un consumo mensile di 2 miliardi di sacchetti per la spesa che, se stesi un accanto all'altro, occuperebbero una superficie di oltre 500mila chilometri quadrati. In Europa, il consumo dei sacchetti di plastica ammonta a 100 miliardi all'anno, per un totale di 700mila tonnellate di petrolio all'anno e l'emissione nell'atmosfera di 1 milione e 400mila tonnellate di anidride carbonica.
Le cifre a livello mondiale vanno dai da 500 miliardi (quasi 1 milione al minuto) a 1000 miliardi di shopper prodotti annualmente. In testa gli Stati Uniti, con circa 100 miliardi, seguiti da Taiwan (20 miliardi), Inghilterra (17), Francia(13), Hong Kong (8) e Australia (6,9). Una tendenza i cui effetti si traducono non solo in inquinamento, per la difficolta' di smaltire la plastica (i tempi vanno dai 10 ai 20 anni) e per le emissioni di CO2 liberate in atmosfera, ma anche in termini di consumo energetico. Secondo una stima della Coldiretti, se da un barile di petrolio, che contiene circa 135 kg di greggio, si possono infatti ricavare 1345 shopper (considerando che un sacchetto pesa circa 7 grammi), da appena mezzo chilo di mais e 1 chilo di olio di girasole si possono invece produrre 100 shopper biodegradabili. Facendo un calcolo su una scala piu' ampia, si ha che con coltivazioni su una superficie inferiore ai tre milioni di ettari a granoturco e girasole (solo l'1,5% della superficie coltivata nell'Unione Europea) e' possibile sostituire circa 100 miliardi di shopper tradizionali in plastica.
