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“Lifting” per le statue di Venere e Marte

''Venere ha riacquistato entrambe le mani. Marte, insieme alla destra, anche il pene perduto da tempo. Miracolo a palazzo Chigi. Per espressa volonta' di Silvio Berlusconi'': il quotidiano la Repubblica denuncia il ritocco ''proibito'' avvenuto ''in barba alle regole del restauro che vietano ripristini e falsi storici che alterino l'autenticita' dell'opera d'arte''. E in articolo, rubricato ''il caso'', mette a confronto, anche fotograficamente, il 'prima' e il 'dopo' del gruppo scultoreo in marmo, raffigurante Venere e Marte (rispettivamente dea dell'amore e dio della guerra, con i volti di Marco Aurelio e della moglie Faustina), collocato nel portico d'onore di palazzo Chigi. ''Il gruppo marmoreo - scrive il quotidiano - e' stato sottoposto a un intervento di chirurgia estetica che rischia di avere pesanti riflessi negativi sulla scultura del 175 d.c.''. ''Su espressa richiesta del presidente del Consiglio, e su insistenti pressioni del suo architetto Mario Catalano, il ministero dei Beni culturali ha portato a termine un'operazione di 'risarcimento' delle parti mancanti della scultura classica''. Un ''maquillage'' che peraltro - riferisce la Repubblica - sarebbe costato 70 mila euro che in tempi di ristrettezze economiche potevano avere ben altra destinazione. Una operazione, quella del lifting marmoreo, criticata e sbeffeggiata dal Pd che ha accusato il ministro Bondi di ''piegare il ministero ai capricci e alle manie del premier''. ''Bondi dica se e' normale che in violazione della normativa vigente il celebre gruppo marmoreo'' sia stato sottoposto ''a un vero e proprio intervento di chirurgia estetica su volere personale del Presidente del Consiglio'', ha protestato la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni. Un '''ritocco estetico' - ha ironizzato - che questa volta viene imposto a delle vestigia del passato che, contrariamente ad altri, mai si sono lamentate del naturale trascorrere tempo''.

ARCHITETTO, “LIFTING” E' REMOVIBILE - Il trucco c'é, ma è 'removibile''. Ed è stato "autorizzato". L'architetto Mario Catalano difende così, a margine del Consiglio dei ministri di oggi, il restauro delle statue di Venere e Marte collocate nel portico d'onore di Palazzo Chigi. "Sono 'risarcimenti' regolari - spiega l'architetto, a proposito delle 'protesi' utilizzate per ricostruire le parti mancanti della scultura - che servono a far vedere l'opera compiuta come era stata fatta quando è stata scolpita".

MIBAC CONFERMA, INTEGRAZIONI REVERSIBILI - Per le integrazioni delle parti mancanti delle statue di Marte e Venere di Palazzo Chigi sono stati adottati "materiali assolutamente reversibili". Lo conferma il ministero dei beni culturali che sottolinea anche come l'intervento sia stato fatto nel "pieno rispetto della Carta del restauro del 1972". "La richiesta avanzata da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri di procedere a integrazioni delle parti mancanti relativamente al gruppo statuario di Marte e Venere - precisa il ministero guidato da Bondi- dopo un'accurata valutazione delle problematiche tecnico-stilistiche connesse, è stata in parte accolta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma che si è mossa su linee guida già sperimentate facendo ricorso a metodologie e soluzione tecniche innovative per la prima volta applicate su di una scultura di età classica". Per le integrazioni, aggiunge il Mibac, "sono stati adottati materiali assolutamente reversibili - ricostruzioni in resina fatte aderire ai punti di frattura dell'originale tramite magneti - con risultati pienamente rispondenti all'etica della disciplina del restauro e nel pieno rispetto della Carta del restauro del 1972, che all'articolo 7 recita testualmente 'sono ammesse le seguenti operazioni o reintegrazioni: aggiunte di parti accessorie in funzione statica e reintegrazione di piccole arti storicamente accertate, attuate, secondo i casi, o determinando in modo chiaro la periferia delle integrazioni, oppure adottando materiale differenziato seppure accordato' ". (ANSA)