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2 giugno, festeggiamenti eccezionali per la Repubblica

Si è conclusa con il passaggio delle Frecce Tricolori la parata militare per la Festa della Repubblica. Una scia tricolore dal Colosseo a piazza Venezia, la più lunga del mondo, si è stesa su Roma in onore del 2 giugno. Le celebrazioni sono cominciate in una Capitale blindata, quando il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deposto, come tradizione, la corona di alloro all'Altare della Patria. Con il suo arrivo a via dei Fori Imperiali, ha preso il via la parata militare. Al capo dello Stato sono stati resi gli onori militari. In tribuna con Napolitano i presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le delegazioni dei capi di Stato esteri, le autorità civili, militari e religiose, insieme al ministro della Difesa Ignazio La Russa. Migliaia i cittadini hanno seguito la cerimonia, mentre sul Colosseo svettava un enorme Tricolore. Prima dell'avvio della parata, Napolitano ha salutato i rappresentanti di 79 delegazioni straniere presenti per l'occasione. Molti i capi di Stato e di governo seduti nel palco d'onore. Il capo dello Stato si è prima recato nel settore dove erano seduti, fra gli altri, il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon e il presidente israeliano Shimon Peres. Poi si è diretto nel settore che ospitava, fra gli altri, il vice presidente americano Joe Biden e il presidente afghano Hamid Karzai. Infine si è seduto sulla sua poltrona. Curiosità prima, poi entusiasmo. Così i rappresentanti delle delegazioni straniere hanno accolto il passaggio della Fanfara dei Bersaglieri, uno dei momenti più applauditi della sfilata, scandendo il ritmo con il battito delle mani. Tra i più ammirati il vicepresidente Usa Joe Biden che, forse non a caso, era seduto tra il segretario generale della Lega Araba Amr Moussa e il presidente afghano Hamid Karzai.

Qualche fischio ma anche applausi hanno 'accolto' il premier Berlusconi al suo arrivo al Milite Ignoto. Al termine della cerimonia, il Cavaliere si è avvicinato a un gruppo di sostenitori che assistevano alla manifestazione. Subito dopo si è infilato in auto. Un cambio di programma, rispetto al piano iniziale che prevedeva che, da piazza Venezia, avrebbe raggiunto a piedi il palco d'onore. Contrariamente alle intenzioni iniziali di raggiungere a piedi il palco d'onore ai Fori imperiali per assistere alla parata. Per il presidente del Consiglio è stata giornata di colloqui internazionali. Ma è stata anche una giornata di strappi al protocollo il quale prevede che i reali non possono essere toccati. Lungo il viale si apprestava a sfilare la banda dell'Arma dei carabinieri, quando Berlusconi ha lasciato il suo posto e si è avvicinato a re Juan Carlos sfiorandogli il braccio per dirgli qualcosa. La testa coronata spagnola, che è un amico storico dell'Italia e quindi ci sarà passato sopra, ha sfoderato un sorriso di circostanza e il Cavaliere è tornato al suo posto. Poco dopo, Napolitano si è sporto verso Berlusconi dicendogli qualcosa e muovendo il braccio come a mimare il movimento di toccare. A quel punto il premier si è alzato nuovamente avvicinandosi ancora una volta al re Juan Carlos, dicendogli qualcosa, ma senza toccarlo. L'attesa del capo dello Stato è stata anche occasione di numerosi colloqui e capannelli. Lo stesso Berlusconi si è a lungo intrattenuto con il presidente del Senato Schifani, con il ministro degli Esteri Frattini e con Maurizio Lupi. Il vicepresidente della Camera, possibile successore di Alfano al ministero della Giustizia, ha parlato a lungo con il premier.

Il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, ha invece avuto un lungo scambio con il sottosegretario Gianni Letta. Tra i leader dell'opposizione Bersani e Rutelli siedono uno di fianco all'altro mentre Massimo D'Alema è con Giuliano Amato a pochi passi dal sindaco di Roma Gianni Alemanno. Sono tre le aree in cui è stata divisa la zona tra piazza Venezia e il Colosseo, presidiata da circa 2500 uomini delle forze di polizia. Schierati anche cecchini sui tetti, unità cinofile antiesplosivo e forze speciali. Importante anche il dispositivo di sicurezza aerea: su tutto lo spazio aereo della Capitale è stato disposto il divieto di sorvolo dalle 6 alle 22, mentre gli elicotteri di polizia e carabinieri vigileranno dall'alto sul regolare svolgimento della manifestazione. I carabinieri della stazione mobile di piazza del Popolo sono stati costretti a rimuovere uno striscione di due metri per tre con la scritta 'L'unica Repubblica che riconosciamo è quella sociale!' e sullo sfondo una foto di Benito Mussolini, Adolf Hitler e la scritta 'Siam fatti cosi'!', affisso la notte precedente dalla seconda terrazza del Pincio. A rivendicare il 'blitz' è stata la Comunità Militante Tiburtina, spiegando che l'azione vuole essere una protesta ''contro la vetusta e inutile festa della Repubblica del 2 giugno''. Nel pomeriggio Napolitano ha ricevuto al Quirinale, assieme alla moglie Clio, tutte le delegazioni straniere arrivate a Roma per partecipare alla Festa del 2 Giugno. Il capo dello Stato si è soffermato a scambiare qualche battuta con ciascun ospite nel Salone dei Corazzieri, prima di recarsi alla Cappella Paolina per il concerto dei musicisti dell'Accademia di Santa Cecilia. Dopo l’Inno di Mameli, gli ospiti hanno ascoltato le musiche di Vivaldi, mentre le mogli dei capi delle delegazioni hanno visitato, prima di recarsi a cena, la mostra su Lorenzo Lotto nelle Scuderie del Quirinale. (LE FOTO)