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In vacanza con Montalbano

Nel ragusano sulle tracce del commissario creato da Andrea Camilleri



Vigàta, lo splendido borgo del commissario Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti nell’omonima e fortunata serie televisiva, non esiste. Montelusa, la città piena di scorci arabi, di piazzette e ricchi edifici barocchi, dove si trova la Questura, e Marinella, dove vive il commissario che tutte le mattine si fa una nuotata nell’acqua cristallina davanti a casa, sono frutto della fantasia di Andrea Camilleri, l’ideatore del personaggio romanzesco.

A dire il vero sono tutti luoghi immaginari ma rintracciabili perché sono scorci e frammenti di borghi, cittadine, paesaggi, spiagge, porticcioli, ponti, templi e ville sparsi per la Sicilia sud-orientale, concentrati soprattutto nel ragusano. Cercare di ricostruire come un puzzle quei luoghi televisivi è un modo insolito di conoscere una zona della Sicilia inedita, selvaggia, piena di vento e di spiagge lunghe e sabbiose, di bellezze paesaggistiche e architettoniche, di piccoli borghi e villaggi di pescatori, tutti da scoprire.

Si parte da Marinella, dove nel telefilm c’è la casa di Montalbano con una bella terrazza che affaccia direttamente sulla spiaggia: è una villetta piena di luce e di sole, davanti a un mare che invoglia al tuffo e che nella realtà è Punta Secca, una frazione di Santa Croce Camerina, che dista 26 chilometri da Ragusa e che la gente del posto chiama “A Sicca”, la secca, per la presenza di alcuni scogli davanti al mare. E’ un piccolo e suggestivo borgo di pescatori, poco abitato nei mesi invernali e affollato d’estate, caratterizzato da un bellissimo faro risalente al 1853, tuttora funzionante.

Dal centro del borgo si percorrono 100 metri e si arriva a una trecentesca torre saracena davanti alla quale si trova l’affascinante villetta del commissario Montalbano, ex magazzino per la dissalazione delle sardine e oggi trasformato in un piacevole bed & breakfast (www.lacasadimontalbano.com). In realtà dell’originaria scenografia televisiva c’è solo la terrazza panoramica perché l’ampia camera da letto del celebre commissario si trova a circa un chilometro da lì, a Marina di Ragusa, in una villa sul lungomare con giardinetto.

L’itinerario sulle tracce di Montalbano prosegue per il borgo di Vigàta, dove c’è il commissariato e che in realtà è Porto Empedocle, la città natale dello scrittore Camilleri, e che ha in sé anche altri luoghi, come Marina di Ragusa, Donnalucata, sul cui lungomare nel telefilm il commissario dà spesso appuntamento all’amica Ingrid, e più all’interno Modica, Ragusae Scicli, dove in piazza Italia sorge la facciata esterna del commissariato.

Scicli è una cittadina barocca molto bella, che merita una visita approfondita per l’alta densità di architetture monumentali in un’area molto piccola. Città reale sotto i Normanni, sorge su uno sperone che controlla il fiume e un territorio vasto e fertilissimo e già in epoca medievale, tra chiese e moschee, era un punto d’incontro per mercanti, nobili e uomini d’arme. L’età d’oro della cittadina fu tra il Cinquecento e il Seicento, ma nel 1693 un terremoto la rase al suolo. Venne ricostruita per secoli e oggi, dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, è un piacere passeggiare tra le sue strade, come lungo la centrale via Francesco Mormina Penna, e scoprire gioielli barocchi accanto a palazzi dell’Ottocento e del Novecento in un’incredibile successione di stili diversi.

Tra tutti, il settecentesco palazzo Beneventano è considerato unico in Sicilia per la sua decorazione fantastica: figure grottesche che sostengono i balconi, pilastri con scudi araldici e suggestive maschere che sovrastano le finestre. Bellissime sono le chiese di san Bartolomeo, sullo strapiombo della cava, e di san Matteo, così come il convento del Carmine. Anche Modica è un indiscusso gioiello del barocco e bella è la strada che corre fino a Ragusa tra suggestive gole, viadotti altissimi e strapiombi deserti.

Più a nord Ragusa, che nella finzione regala molti scorci a Montelusa, è uno splendore ed è quindi un ottimo set cinematografico: passeggiando per il centro storico del quartiere medievaleIbla, la parte più antica della città, si scoprono gioielli settecenteschi che si sovrappongono all’impianto medievale fatto di stretti vicoli fino alla monumentale scalinata della cattedrale di san Giorgio e a quella lunghissima di santa Maria delle Scale da dove si gode un panorama magnifico. Sotto si apre la città, divisa in due – Superiore e Ibla - da un baratro invaso da una foresta verde. Sempre a Ragusa Ibla, in via XXV aprile, c’è una tappa che compare spesso nel telefilm, molto amata dal commissario Montalbano: la trattoria da Calogero, che in realtà è La Rusticana con una terrazza panoramica all’aperto.

Nei dintorni del capoluogo, esattamente a 15 chilometri, è possibile fare una deviazione per il castello di Donnafugata, sontuosa dimora nobiliare del tardo Ottocento, recentemente restaurata e circondata da uno splendido parco, che nella finzione televisiva è l’abitazione del boss mafioso Balduccio Sinagra.Sempre alle porte di Ragusa si trovano Villa Criscione, bella masseria fortificata, e l’Eremo di santa Giuliana, un convento-fortezza del '500, oggi trasformato in un raffinato albergo, entrambi immortalati nel telefilm.

Tornando verso il mare si raggiungono splendide località come Sampieri, Capo Passero e Marzamemi, borgo di pescatori disposto attorno a una grande tonnara e alla casa seicentesca dei prìncipi di Villadorata, tra spiagge morbide e l’acqua del mare limpida e azzurrissima, sempre battuta da un vento piacevole, e tra cave, vecchi castelli, fari e torri che guardano lontano.

Superato Sampieri, sulla scogliera del Pisciotto, sorge la fornace Penna, ovvero la Mànnara, che sorge in un luogo isolato e che ricorre spesso nel telefilm come luogo di alcuni dei tanti delitti su cui indaga il commissario. All’interno sorgono le città di Noto, Avola e Pachino, trionfo del barocco, bellissimi centri tutti da scoprire passeggiando tra strette vie che si tuffano in deliziose piazzette, circondate da tesori architettonici di grande richiamo.

Spesso, durante i trasferimenti da una località all’altra è possibile riconoscere i luoghi cari a Camilleri, che riporta con amabile dovizia di particolari nei suoi racconti e che il commissario Montalbano ci ha reso così familiari.