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Mantegna, in 4 pergamene inedite “tracce” dell'archivio privato del pittore



ROMA - Quattro pergamene inedite che fanno riferimento al pittore Andrea Mantegna (1431-1506) e alla sua famiglia sono state ritrovate nell'Archivio di Stato di Milano. Con tutta probabilità si tratta di 'tracce' del perduto archivio privato dell'artista rinascimentale autore del ciclo di affreschi della Camera degli Sposi, il capolavoro di Mantegna nel Castello di San Giorgio di Mantova.

Autore della scoperta è l'insigne studioso Lionello Puppi, professore emerito di storia dell'arte moderna e di metodologia della ricerca storico-artistica dell'Università Ca' Foscari di Venezia. Puppi dà notizia del ritrovamento nel volume ''Andrea Mantegna - Impronta del genio'' (Olschki editore), che raccoglie gli atti del convegno internazionale di studi promosso dall'Accademia Nazionale Virgiliana di Mantova, curati da Rodolfo Signorini, Viviana Rebonato e Sara Tammaccaro.

Quelli riemersi dai fondi dell'Archivio di Stato di Milano sono atti di diversa natura, redatti in forma pubblica e solenne, su pergamena: tre di notai mantovani (e le relative minute e registrazioni sono state rintracciate e riscontrate nei fondi dell'Archivio di Stato di Mantova) e uno da un notaio veronese (dei cui protocolli non esiste più traccia presso l'Archivio di Stato di Verona). ''La forma della redazione non lascia dubbi intorno alla loro provenienza da un archivio privato, famigliare, mentre gli interessi patrimoniali che riguardano Andrea Mantegna e i suoi eredi inducono al sospetto che l'archivio in questione possa essere stato quello della famiglia Mantegna, anzi, proprio l'archivio personale di Andrea Mantegna'', afferma il professore Lionello Puppi.

L'archivio di Mantegna venne diviso all'indomani della sua morte, tra gli eredi, i figli Francesco e Ludovico. Un paio di documenti rinvenuti nell'Archivio di Stato di Milano appaiono elencati tra le carte di ''iura et actiones'' dell'inventario post-mortem (1510) di Ludovico Mantegna, autorizzando l'ipotesi - sostiene Puppi - che anche le altre due carte inedite provengano dallo stesso fondo famigliare.

Una pergamena porta la data del 5 ottobre 1501 ed è di qualche interesse poiché si tratta di una delle ultime attestazioni della residenza di Mantegna nella casa di contrada Unicorno prima della permuta di essa il 2 gennaio 1502 con la casa del Mercato a Mantova, in cui peraltro il pittore non andò mai ad abitare. Con quell'atto notarile, Andrea Mantegna concedeva in locazione per nove anni tre appezzamenti di terra, uno dei quali comprensivo di una casa, ad un canone di trenta ducati aurei l'anno. Il secondo documento del 2 gennaio 1503 fa riferimento all'atto di permuta con cui il 10 gennaio 1502 Francesco Gonzaga aveva ottenuto la casa del Mantegna nella contrada dell'Unicorno in cambio della casa del Mercato dai frati eremitani di Sant'Agnese.

La terza pergamena del 15 dicembre 1517 coinvolge Francesco e Andrea junior Mantegna in quanto eredi dello ''spectabiulis pictor dominus magister Andrea Mantinea'', l'uno perché figlio di quest'ultimo, il secondo perché figlio dell'altro erede diretto del pittore, Ludovico, frattanto defunto. Con questo atto, gli eredi del Mantegna trasferivano ed assegnavano a Domenico de Matteis, cappellano della chiesa di Sant'Andrea e massaro del collegio dei canonici, il dominio diretto su tre appezzamenti di terra in affitto da Pietro arciere di Gonzaga al canone annuo di cinque ducati. Il quarto atto notarile del 7 novembre 1502 assegnava una dote di ben 600 ducati per il matrimonio del figlio Ludovico Mantegna con Libera Montagna. Francesco Montagna dichiarava di aver ricevuto finora 200 ducati d'oro in parziale soluzione degli impegni dotali. In presenza dei notai, il suocero di Ludovico gli pagava allora altri 100 ducati d'oro residui dell'impegno dotale, che ammontava a 600 ducati d'oro. (Adnkronos)