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Obiettivo sul Patrimonio

Centocinquanta anni di immagini dei Siti UNESCO italiani



di Cristiano Camera

Dalle Dolomiti all'Orto botanico di Padova, dalle Cinque Terre alla Val d'Orcia, dalla Costiera amalfitana alle Isole Eolie. Ma anche i Trulli di Alberobello, i Sassi di Matera, il centro storico di San Gimignano e quello di Siena, per citare solo alcune delle tante località presenti in Obiettivo sul Patrimonio, Centocinquanta anni di immagini dei Siti UNESCO italiani, il volume dell'Istituto Centrale Catalogo e Documentazione (ICCD) che accompagna la mostra itinerante patrocinata al Ministero degli Affari Esteri, dal Ministero per i Beni e le Attività culturali. Si passa dal puro paesaggio naturale, agli insediamenti contadini, alle capitali millenarie, all'architettura e all'archeologia nella selezione di immagini dei siti italiani UNESCO, tratte dalle collezioni ICCD, e che coprono un arco temporale di centocinquanta anni: dalle foto storiche degli anni '50 dell'Ottocento, che rappresentano pezzi unici di valore inestimabile, alle stereoscopie, alle cartoline d'epoca, alle foto aeree, alle foto delle ultime campagne. Queste immagini, efficaci esempi del valore documentario della fotografia e dello sviluppo delle tecniche fotografiche, testimoniano l'interesse che questo strumento ha fin dalle sue origini riservato al patrimonio italiano.

Foto di documentazione che forniscono un contributo alla conoscenza nel tempo dei siti UNESCO italiani, consolidando la consapevolezza della straordinaria unicità del nostro patrimonio culturale. “Grandi artisti – afferma Laura Moro, direttore dell'ICCD – si sono continuamente espressi nella fotografia del nostro patrimonio culturale: ma qui siamo di fronte a qualcosa di diverso, a foto di documentazione che interpretano e documentano senza alcuna prevaricazione o velleità artistica. Un lavoro corale di professionisti coscienziosi, sempre però attenti a non scadere nel banale, nella solita e vecchia cartolina. Occorre anche sottolineare che fotografare un paesaggio o un centro storico, documentandolo come bene culturale, richiede una maggiore capacità interpretativa rispetto ad un dipinto o a una scultura, dove prevale l’esperienza strettamente tecnica di predisposizione delle luci, prevenzione dei riflessi, sistemazione precisa dei tempi di scatto in relazione alla sensibilità della pellicola e scelta dell’inquadratura.” “L’Italia che emerge da questo volume – dice Moro nell'introduzione – è un’Italia meravigliosa. Obiettivamente meravigliosa. Sappiamo che non è sempre così, sappiamo che il territorio italiano è stato negli ultimi decenni aggredito, cannibalizzato, piegato a prodotto di risulta di processi di trasformazione che non hanno altra ragione che il consumo”.

“Ma siamo anche consapevoli – continua – che i quarantaquattro siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità sono solo la punta dell’iceberg del nostro patrimonio culturale che va ben oltre i confini della Lista. Basta scorrere mentalmente i temi delle cinque sezioni in cui è articolata la mostra – Ambiente e paesaggio; Insediamenti e città; Quindici secoli di storia dell’architettura e dell’arte; Dalla preistoria all’archeologia cristiana; Ambiente e tecnologia – per farci venire in mente decine e decine di siti di eccezionale valore diffusi in tutta Italia”. “In queste immagini – conclude il direttore dell'ICCD – , in questi paesaggi di storia, ci sembra si possa riconoscere oggi uno dei fondamenti della nostra civiltà; in un duplice scambio di identità, l’identità dei luoghi e dei soggetti, passato e contemporaneità si fondono in un’unica linea che non è retta ma oscilla come un sismogramma della memoria. Nell’accostamento di foto storiche e foto contemporanee si annulla la dimensione diacronica del tempo per poter godere di un eterno presente, di un tutto storico che ci fa dimenticare per un attimo della fatica che comporta prendersi cura di questi luoghi, far sì che siano vivi ma al tempo stesso immuni dalla fisiologica decadenza, protetti ma ugualmente a disposizione di tutti”. (Adnkronos)